Il bambino soffrirà al rientro nella famiglia d’origine?

Domanda

Se il bambino si affeziona agli affidatari, soffrirà quando tornerà nella famiglia d’origine?

Risposta

Sulla base di varie esperienze, crediamo di poter dire che si può allevare ed amare un bambino anche se non è e non diventerà nostro figlio: l’affetto è indispensabile per crescere.

La durata dell’affidamento condiziona certamente l’intensità dei rapporti affettivi (non si può paragonare l’affidamento di pochi mesi a quello di diversi anni) e gli affidatari, per primi, devono preparare loro stessi e il bambino al distacco che non sarà traumatico se si saranno mantenuti rapporti con la famiglia d’origine. Sono diversi i casi in cui dopo la conclusione dell’affidamento è rimasto un legame ed un rapporto con gli ex affidati.

Quello che preoccupa talvolta le famiglie non è il distacco ma la decisione del rientro del bambino senza che sia cambiato qualcosa da quando ne è uscito per essere affidato, rientro che viene deciso dagli operatori o dagli stessi magistrati senza un approfondimento della situazione familiare.

Va anche detto che ci sono anche casi in cui un genitore spesso solo (madre nubile, padre vedovo, ecc.) non ce la fa a tirare su i figli anche se ci tiene a loro, anche se ci sono rapporti significativi con loro. Questi affidamenti anche se durano anni non vanno confusi con le adozioni: a questo riguardo è importante che magistrati e operatori non assumano posizioni rigide dando interpretazioni restrittive sulla temporaneità dell’affidamento; è invece necessaria la revisione periodica di queste situazioni per verificare eventuali cambiamenti, ma non per questo devono essere decisi rientri impossibili o stati di adottabilità che non sussistono.