Esperienza di solidarietà

Nei mesi di aprile e giugno, la nostra Associazione è stata coinvolta in un’esperienza di solidarietà familiare, particolare e direi nuova.

Una mamma con i suoi due figli (tre anni e mezzo il grande, due anni il piccolo) sono stati ricoverati in ospedale: la signora in un reparto e i due piccoli in pediatria. C’era bisogno di figure adulte che dovevano stare con loro come succede per qualsiasi bambino che viene ricoverato; la signora non aveva familiari, parenti o amici che la potevano aiutare in questo e i Servizi Sociali del Comune di Cremona attraverso l’Ospedale, hanno segnalato al Girasole questo bisogno. Il Girasole non ha esitato un solo attimo, si è subito attivato e in meno di poco tempo, grazie alla disponibilità di alcuni soci, è stato possibile attivare delle turnazioni (giorno e notte) sgravando così il personale sanitario ospedaliero.

Oltre al fatto che non si conoscevano i bambini, che non si conoscevano le loro abitudini, che non si conosceva la loro lingua, per qualche volontario solo qualche parola, c’era da dover gestire il distacco dalla loro mamma in un ambiente che non era familiare, chiusi nella stanza dell’ospedale e, quando gli orari lo permettevano, c’era a disposizione il corridoio della divisione.

Il momento del gioco ha sicuramente aiutato molto a entrare in sintonia con questi piccoli: la stanza era tappezzata di giochi, dalle figurine alle macchinine, ai libri da sfogliare. Le giornate sono state abbastanza impegnative anche perché amavano dormire poco. La sera era il momento più delicato, sicuramente sentivano maggiormente la mancanza della mamma, ma la capacità di chi si era impegnato a fare assistenza la notte, il cantare ripetutamente la ninna nanna, li aiutava a tranquillizzarsi e ad addormentarsi.

In tutto questo però è stato bello e sorprendente, avere avuto la disponibilità delle persone, tra l’altro alcune nuove all’Associazione e qualcuno residente fuori Cremona, che con gratuità si sono messe in questo servizio donando il tempo e la capacità che ognuno ha, per il bene di questi due fratellini. Si turnava in due alla volta proprio per aiutarsi fra volontari a gestire al meglio la vivacità dei due piccoli.

Abbiamo sperimentato la bellezza e la grandezza che insieme si può fare e si può dare.

Non è cosa da poco diventare punto di riferimento per due piccoli che da un momento all’altro si sono trovati in un ambiente nuovo, con persone nuove e con l’incomprensione della lingua. Aver conquistato la loro fiducia, l’aggrapparsi alle tue gambe perchè non volevano, soprattutto il più grande, lasciarti andare quando c’era il cambio del turno, il venirti in braccio, il correrti incontro e il sorriso grande quando il giorno dopo ritornavi, il chiamarti per nome…

Anche questa forma di solidarietà è ” fare affido” sicuramente in un modo diverso, in un contesto diverso. E’ fare sentire “ l’altro ” che è nel bisogno “non solo”, è un modo di condividere insieme le difficoltà.

Sì, a volte basta poco saper dare la priorità a cose più importanti, ognuno di noi porta dentro di sè paure e incertezze di non essere all’altezza della situazione ma il far parte di un’Associazione, lo sperimentarsi anche in queste forme di sostegno, dà modo di conoscersi, sostenersi e aiutarsi a vicenda.

Ho incontrato la mamma di questi due bambini dopo una decina di giorni dalla dimissione, mi ha riempito il cuore vederla sorridere e ringraziare, suggerendo anche ai suoi bimbi di dire “grazie” per quanto avevano ricevuto.

A nome di tutti i volontari che si sono alternati e anche a chi avrebbe voluto ma per motivi diversi non ha potuto, un GRAZIE di cuore per l’opportunità che abbiamo vissuto insieme.