Stefano e Barbara: “In quattro all’improvviso e senza una storia comune, ma con l’obiettivo di scriverne una nostra”

Stefano e Barbara sono famiglia affidataria della nostra Associazione. Stefano quest’anno ha dato anche la disponibilità a far parte del nostro Consiglio direttivo. Abbiamo chiesto a loro di raccontarci l’esperienza di affido che stanno vivendo. Ecco qui la loro testimonianza.

 

Presentatevi…
“Siamo Stefano e Barbara, sposati dal 2014”.

 

Perché avete deciso di diventare famiglia affidataria?
“Ancora prima di sposarci avevamo deciso di intraprendere questa pazzesca avventura per spendere la nostra genitorialità (stimolati dalla lettura di un libro scritto da un amico Ho imparato a chiamarti figlio)”.

 

Come vi siete avvicinati all’affido?
“Quando abbiamo comprato la casa ‘giusta’ per accogliere, ci siamo rivolti a Don Pier Codazzi per conoscere il percorso da fare, è stato lui che ci ha indirizzato ai Servizi Sociali del Comune di Cremona, era il gennaio 2017”.

 

Avete fatto un percorso di preparazione?
“Abbiamo fatto un percorso di qualche mese e nell’ottobre 2017 abbiamo avuto l’idoneità a essere famiglia affidataria per affidi a lungo termine. Per ora non ci siamo ancora aperti all’esperienza della pronta emergenza”.

 

Quali esperienze di affido state facendo?
“La prima accoglienza è arrivata a dicembre dello stesso anno con un ragazzino di quasi 11 anni e la seconda nel gennaio 2019 con una bimba di cinque anni e mezzo. Entrambi sono ancora con noi, si prospettano per entrambi affidi a LUNGO termine”.

 

E come sta andando?
“Si tratta di un’esperienza meravigliosamente impegnativa, a tratti faticosa, ci siamo trovati improvvisamente in quattro, senza una storia comune, ma col desiderio di scriverne una nostra”.

 

Quali sono le principali criticità che avete vissuto?
“Le criticità incontrate sicuramente sono legate alle problematiche vissute nella famiglia di origine, spesso non conosciute completamente. I bambini sono seguiti dal supporto psicologico del Servizio Sociale”.

 

Quali le principali soddisfazioni?
“Ora, come ogni famiglia, viviamo momenti di armonia, di discussioni, di incomprensioni, di giochi e di risate, i bambini si sentono protetti, curati, amati e a casa loro. Vederli crescere sicuri e consapevoli della loro realtà, che vivono con estrema serenità, ci riempie il cuore di gioia. Ci sentiamo FAMIGLIA. La famiglia RU.SO.GE.TRE. ”.

 

Chi vi aiuta in questo percorso?
“Prezioso per noi è l’aiuto ricevuto dall’Associazione, le nuove amicizie nate con altri affidatari che comprendono le dinamiche vissute, con le quali ci si sostiene, ci si ascolta e spesso ci si aiuta a dare il giusto peso agli eventi anche con tanta umiltà e autoironia!”.

 

Consigliereste questa emergenza ad altri?
“L’affido di un bimbo, per noi, è un’esperienza arricchente che sconvolge completamente la vita, non ci siamo mai pentiti di aver intrapreso questa strada, che non escludiamo di ripetere ancora! Un’esperienza di amore gratuito, che consigliamo a tante persone”.