Andrea e Benedetta sulla Pronta Emergenza: “La gioia di donare incondizionatamente”

Loro sono Andrea e Benedetta. Sono sposati da 11 anni e hanno 5 figli (“tutti maschi”, precisano). Sono soci della nostra Associazione e da qualche tempo stanno facendo esperienze di pronta emergenza, accoglienze temporanee (10-15 giorni) per i bambini più piccoli in situazione di improvviso abbandono o solitudine o emergenza. Li abbiamo disturbati (e li ringraziamento) per una testimonianza.

Perché avete deciso di diventare famiglia affidataria?
“L’esigenza di diventare famiglia affidataria è nata da me, Benedetta. Ho sempre desiderato aiutare i bambini più fragili e le famiglie in difficoltà e questo mi è sembrato un modo concreto per farlo. Ci siamo indirizzati verso l’affido in pronta emergenza perché ci è sembrato subito più in linea con la nostra disponibilità”.

Avete fatto un percorso di preparazione?
“Abbiamo fatto un percorso di preparazione con assistente sociale e psicologa, anche se quando si è “sul campo” poi le cose si vivono di pancia”.

Quando avete cominciato a fare le prime esperienze e come è andata all’inizio?
“La prima esperienza risale a dicembre 2018, con due fratellini che ci sono rimasti nel cuore. Non abbiamo mai trovato difficoltà negli affidi che abbiamo fatto, da subito ci è sembrata una cosa naturale. Certo, c’era la stanchezza della giornata che si faceva sentire, ma essendo abituata ad una famiglia numerosa, due in più non fanno differenza!”

Attualmente avete pronte emergenze in corso?
“Attualmente non abbiamo affidi, anzi l’ultimo lo abbiamo fatto a novembre 2019, quando ero incinta del nostro ultimo figlio, Giovanni”.

Come vivete queste esperienze come coppia? E come famiglia? Come le vivono i vostri figli naturali?
“Devo dire che è un’esperienza che ha messo un po’ alla prova il nostro rapporto di coppia, io molto più materna e più inserita nel progetto, lui un po’ più succube della scelta, ma alla fine siamo sempre riusciti a riequilibrare le cose. I nostri figli sono sempre entusiasti quando arriva qualche bambino in affido, anzi spesso mi chiedono con impazienza quando arriverà il prossimo”.

 

Quali sono le principali criticità? E quali le positività?
“Le principali criticità sono non sapere nei dettagli da che situazioni arrivano i bambini e quindi la fatica nel gestire alcune problematiche. Anche se nelle poche esperienze affrontate abbiamo sperimentato sicuramente la gioia del donare incondizionatamente e poi la bellezza di entrare in contatto con situazioni diverse dalla nostra che in un modo o nell’altro arricchiscono la persona”.

 

Chi vi aiuta e vi supporta in queste esperienze?
“Abbiamo una rete interna che ci aiuta, possiamo contare sull’aiuto di genitori, familiari e amici. E sicuramente, qualora ne avessi bisogno so che potremmo chiedere sostegno alle altre famiglie del Girasole”.

Consiglieresti questa esperienza ad altre famiglie?
“L’esperienza dell’affido è da prendere in considerazione se si sente il bisogno di aiutare nel concreto delle situazioni con criticità, tenendo conto che ci sono diversi gradi di affido: dal lungo termine si passa per la pronta emergenza, dal sostegno alle famiglie bisognose all’aiuto per quanto riguarda i compiti dei ragazzi. Quindi ci sono vari “livelli” per cui potersi impegnare. E come ho già detto, il dare incondizionatamente è molto più soddisfacente del ricevere”.